Il maggior potere che il Rag. Bosisio acquisì nella Federazione, provocò un vero e proprio terremoto nell'organizzazione del campionato. Come già detto nella sua piccola biografia di due giorni fa, egli ammirava molto le piccole squadre di provincia che animavano i campionati di "calcio ginnastico" organizzati dalla F.G.N.I., italianizzò il football da un punto di vista linguistico (fu lui che inventò il termine "calcio" al posto di "football", neanche francesi e spagnoli arrivarono a tanto) e aveva intenzione di italianizzare a forza anche il campionato organizzato dalla Federazione Italiana Football, quello legittimo insomma. E ci riuscì, almeno in parte.
All'assemblea federale del 20 ottobre 1907, il presidente dell'Andrea Doria, Zaccaria Oberti, presentò un ordine del giorno in cui proponeva di organizzare un campionato parallelo a quello italiano, che fosse aperto agli stranieri.
L'Assemblea delibera che il Regolamento organico sia modificato in modo da comprendere due gare di campionato: la prima chiamata Campionato Federale, libera a tutti i soci appartenenti alle società iscritte alla Federazione, anche se stranieri..., e la seconda chiamata Campionato italiano e riservata ai soli giuocatori italiani o nazionalizzati... Alla prima sarà assegnata la Coppa Spensley... Alla seconda sarà invece assegnata la Coppa Buni...
Quando tale ordine del giorno fu approvato, i rappresentanti dei club "classici" reagirono duramente ritirandosi dal torneo per protesta. Essi contestavano il fatto che a chiamarsi italiano fosse il campionato autarchico, mentre l'altro aperto a tutti si sarebbe chiamato federale. In ciò essi vedevano una diminuzione di importanza del torneo aperto a tutti, sebbene la F.I.F. avesse definito il campionato federale come "maggior gara" rispetto a quello italiano.
I delegati presenti, addolorati per il ritiro dei delegati delle società Club Torino, Milan Club, Libertas, Genoa Club, Naples FBC, affermano solennemente il concetto che nel proporre un campionato italiano riservato ai soli giuocatori italiani... hanno inteso dare maggior incremento al giuoco, diffondendolo ovunque in Italia, senza per questo pregiudicare i diritti delle società composte da giuocatori stranieri, alle quali hanno riservato la maggior gara di campionato federale.
Le squadre definite "spurie internazionali", non ci ripensarono affatto, anche perché perfino nel campionato federale, ci sarebbero state limitazioni verso gli stranieri: potevano partecipare infatti solo gli stranieri residenti in Italia, per combattere il vizio dei grandi club di ingaggiare giocatori stranieri per alcune partite, soprattutto svizzeri. Ovviamente il rifiuto dei grandi club era motivato anche dalla paura che quello fosse il primo passo per la completa epurazione degli stranieri dal calcio italiano. All'assemblea ordinaria della Federazione dell'11 novembre 1907, solo la Juventus era presente tra i grandi club. Torino, Genoa e Milan non si presentarono per protesta.
Insomma, alla fine la situazione era quella ben descritta dal quotidiano La Stampa del 2 dicembre 1907:
Gli amanti di questo sport ricordano come sempre maggiore divenisse il numero degli stranieri partecipanti [...impedendo] a società giovani di affermarsi a giocatori italiani o a cimentarsi in esse gare... Occorreva dunque escludere il campione straniero dalle Gare di campionato nazionale... Si decise quindi: 1° di far giuocare i campionati italiani soltanto a giuocatori italiani. 2° di indire, oltre a quel campionato, una gara di campionato federale, aperta a qualunque giocatore socio delle Società federate. Ambedue queste gare saranno suddivise in I, II e III Categoria. Concludendo, la gara preesistente fu lasciata tale e quale, cioè libera a tutti, ma le fu mutato il nome in Gara federale, mentre si istituì con il nome di Campionato italiano una gara importantissima, aperta ai soli italiani, e che avrà come premio la stupenda Coppa... Romolo Buni.
Il píccolo scisma era completo. Piccolo, perché causato all'interno della stessa Federazione con un numero limitato di club associati e poi perché nel 1921, ci sarebbe stato il vero e proprio grande scisma del calcio italico. Ma questa è una storia di cui parleremo fra un po' di tempo...
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