Il "caso Savoia" non fu un grande scandalo come invece il "caso Rosetta". Tuttavia contribuì largamente al dilungarsi del campionato 1923/24 che non vedeva mai fine. Tanto è che la finale nazionale tra il Genoa e il Savoia stesso si disputò il 31 agosto ed il 7 settembre.
Ma cosa successe?
Ci fu un nuovo conflitto di pareri tra la Federazione (anzi il Direttorio) e la Lega, stavolta quella Sud.
Il motivo fu un ricorso presentato dall'Ideale di Bari alla Lega Sud, per il rinvio della partita tra Savoia e Ideale in programma il 1° giugno e valevole per l'ultima giornata del girone A di semifinale Sud. La partita fu rinviata al 22 giugno perché il campo del Savoia era indisponibile a causa di una manifestazione militare. L'Ideale sporse reclamo alla Lega Sud perché ravvisò gli estremi del forfait del Savoia, in quanto la società campana non si sarebbe impegnata abbastanza per trovare un altro campo di gioco. La Lega Sud respinse il reclamo e confermò il rinvio della partita al 22 giugno (l'8 ed il 15 erano in programma altri recuperi per le due squadre). Il Savoia vinse il recupero per 7-1, ma l'Ideale non si diede per vinta e presentò ricorso al Direttorio federale rivendicando la vittoria a tavolino con le stesse motivazioni del reclamo presentato in Lega.
Il direttorio federale accolse il reclamo con la seguente motivazione:
« Ritenuto quantunque non applicabile al Savoia la su accennata disposizione, nella parte che consente alle sole società marchigiane e pugliesi la semplice disposizione di un campo di giuoco, anziché la proprietà, poteva tuttavia il Savoia chiedere, in via di eccezione di poter usufruire di altro campo se il proprio era requisito, ciò che gli venne concesso e gli sarebbe stato facile ottenere; considerato ancora che l'Ideale non poteva essere privato del diritto di poter disputare la gara fissata comunque e su qualsiasi campo, specie di fronte all'analoga autorizzazione della Lega Sud ed alla presenza dell'arbitro designato; che pertanto il Savoia deve imputare a propria colpa e negligenza sia il non avere provveduto ad altro campo ottemperando alle istruzioni della Lega Sud ed alle sollecitazioni dell'Ideale, sia l'aver rifiutato di scendere in campo, cosicché deve ritenersi aver esso disertato il campo stesso con la conseguente vittoria all'Ideale per 2 a 0; la Presidenza in accoglimento del reclamo presentato dall'Ideale, delibera di dare vinta per 2 a 0 alla reclamante ed in base ai considerandi sovra esposti, nonché per forfait del Savoia, la gara 1 giugno 1924 e dà obbligo a quest'ultima di rifondere all'Ideale l'indennizzo su misura pari a quella corrisposta per la gara di andata; e di mandare alla Lega Sud di modificare la classifica in conseguenza e di provvedere all'ulteriore svolgimento del campionato. »
La classifica riscritta secondo tale disposizione federale, presentò in testa Lazio e Ideale a pari merito. Fu persino necessario giocare uno spareggio tra Lazio e Ideale per decidere la seconda finalista della Lega Sud (la prima era l'Alba di Roma). La Lazio prevalse, ma prima di poter giocare la finale contro l'Alba, il Savoia presentò un ricorso contro le decisioni federali. Il ricorso fu accolto ed il Savoia recuperò i suoi punti e l'accesso alla finale Lega Sud contro l'Alba che in origine era in programma il 13 luglio, ma finì per essere giocata il 3 agosto, anche a causa dell'annullamento della prima partita di Roma del 27 luglio. L'arbitro aveva fischiato la fine con 5 minuti di anticipo e quando si accorse dell'errore l'Alba si rifiutò di terminare la partita in modo da poter chiederne l'annullamento e così fece. Altro tempo poi si perse per la disputa della partita di spareggio che nemmeno si giocò perché l'Alba non aveva ricevuto garanzie dalla FIGC sulle eccessive spese di trasferta e fu sconfitto a tavolino per forfait. Insomma una bella estate per il calcio italiano.
Nessun commento:
Posta un commento