La stagione 1927/28 rappresentò una nuova occasione per le squadre del centro-sud di riscattare le magre figure collezionate l'anno prima e per il Torino rappresentò una chance di confermare il primato che gli fu tolto con lo scandalo Allemandi.
Le squadre del centro-sud erano finite tutte in zona retrocessione, ma la Federazione ed il regime non tolleravano una parziale rappresentanza dell'Italia nel massimo campionato di calcio. L'unica rappresentante del calcio centro-meridionale sarebbe dovuta essere la Lazio neo-promossa dalla Prima Divisione. La Federazione diede una nuova possibilità alle squadre retrocesse, ripescandole e chiedendo garanzie alle stesse riguardo alla loro competitività. Il Napoli, tramite il presidente Ascarelli diede garanzie sul calciomercato, per quanto riguarda le squadre romane si decise l'accorpamento di Alba Audace e Fortitudo Pro Roma con la compagine del Roman (o FBC Roma) creando così la Roma. In tal modo la presenza della Capitale era garantita nei due gironi: in uno la Lazio, nell'altro la Roma.
Un altro problema che fu affrontato, fu la eccessiva presenza di squadre che facevano riferimento ad una singola città. Fu così che Genova, che aveva addirittura tre squadre nella massima serie, vide la fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese nella compagine La Dominante. Il posto lasciato libero fu occupato dalla ripescata Cremonese.
DIVISIONE NAZIONALE 1927/28
La formula era identica a quella della stagione precedente con la differenza nel numero delle squadre partecipanti: 22 invece di 20. I gironi furono pertanto di 11 squadre e le prime quattro passavano al girone finale. La vincente del girone finale era proclamata Campione d'Italia.
Il Torino, nonostante una falsa partenza, si qualificò agevolmente per il girone finale, così come le finaliste dell'anno precedente. Come outsider si qualificarono anche l'Alessandria ed il Casale che aveva cambiato denominazione e ne aveva assunta una in sintonia col regime: Casale XI Legione.
Nel girone finale il Torino si confermò al primo posto e si guadagno un meritatissimo titolo di Campione d'Italia che, stavolta, nessuno avrebbe contestato.
Girone A | Girone B | Girone Finale | |||
Torino | 30 | Bologna | 27 | Torino | 19 |
Alessandria | 29 | Juventus | 24 | Genoa | 17 |
Genoa | 28 | Inter | 24 | Alessandria | 16 |
Milan | 26 | Casale XI Legione | 24 | Juventus | 16 |
Brescia | 21 | Modena | 22 | Bologna | 15 |
Pro Vercelli | 18 | Novara | 21 | Milan | 14 |
Cremonese | 17 | Pro Patria | 20 | Inter | 11 |
Padova | 17 | Roma | 18 | Casale XI Legione | 4 |
Napoli | 15 | Livorno | 17 | ||
Lazio | 11 | La Dominante | 14 | ||
Reggiana | 8 | Hellas Verona | 9 |
Hellas e Reggiana retrocesse? Neanche per sogno. A fine giugno la Federazione deliberò:
« ...nella stagione 1929-30 avremo in Divisione Nazionale 32 squadre delle quali 16 parteciperanno alla Serie A e 16 alla Serie B... Questo sistema in sostanza porta a quel girone unico da tanto tempo atteso, mentre crea tra la massima categoria e la Prima Divisione un utile cuscinetto. Nella stagione 1928-29 si avrà invece un campionato di transizione: verrà giocato su due gironi di 12 squadre ciascuno, cioè le attuali meno l'Hellas e la Reggiana, oltre ovviamente alle vincenti dei quattro gironi della Prima Divisione. Le prime quattro classificate di ogni girone (totale 8 squadre) disputeranno un girone finale per il titolo di campione d'Italia 1928-1929, mentre le 16 escluse disputeranno la Coppa CONI. Le prime quattro classificate di ogni girone della Coppa CONI (totale 8 squadre) andranno per la stagione 1929-30 a completare la Serie A con le otto finaliste, mentre le ultime quattro classificate di ogni girone, più le prime due classificate di ogni girone di Prima Divisione (totale 16 squadre) formeranno la Serie B della Divisione Nazionale. »(Deliberazione della FIGC riportato da La Stampa del 19 marzo 1928, p. 2.)
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